martedì 21 maggio 2013

Calma



Mi chiamo Alex, ho 27 anni e voglio raccontare una storia, la storia di come per la prima volta l'intera umanità si è trovata sul baratro dell'annichilimento. Dopo oltre sei secoli di esplorazione spaziale, colonizzazione ed evoluzione abbiamo amaramente scoperto di non essere soli nell'universo, tanto meno essere la specie dominante.


...In un certo senso era quasi deludente, poiché tutti si aspettavano degli alieni, ma nessuno si sarebbe mai aspettato degli altri Esseri umani.

Dopo secoli di esplorazione spaziale e ricerca di una razza senziente oltre a noi, finalmente questa appare, all'improvviso e alla porta di casa nostra.

Secoli di navigazione spaziale e in una settimana la nostra intera consapevolezza di essere soli viene completamente distrutta, rivelando l'esistenza di esseri come noi, ma estranei.

Si presentarono come amici, tre navi con circa duecento anime a nave, fra civili, militari e politici. Si divisero per raggiungere le città principali dei tre continenti: Tokyo, Londra e New York, dove si concentrava gran parte del potere.

Il clamore iniziale non fece che crescere, soprattutto quando apparvero dal vivo vicino ai nostri capi di stato, ancora increduli. In molti in quei giorni, me compreso, si chiesero quanto per la prima volta si fossero sentiti spaesati, senza controllo. In ogni caso tutto andò per il meglio, i contatti furono semplici, dal momento che l'unica differenza con loro era puramente fisica. Parlavano e respiravano come noi, ci avevano studiato e conoscevano la nostra lingua comune.

Sapevano chi eravamo e come ci comportavamo, ci avevano osservati, ma noi non sapevamo nulla di loro. 

I primi giorni furono una vera e propria festa, l'umanità intera per la prima volta si unì nel festeggiare questi visitatori venuti dallo spazio, pacifici e desiderosi di apprendere, così come di aprirsi a noi.

Scoprimmo ben presto (grazie a continue e ben congegnate conferenze) che la loro razza era molto più vecchia della nostra, ma al contrario di noi i loro primi rettili (assimilabili ai nostri dinosauri) non si estinsero mai, rendendo la loro evoluzione più difficoltosa. Nonostante ciò erano comunque almeno due o trecento anni avanti a noi, tecnologicamente parlando. 

Questo bastava a spiegare come erano riusciti a raggiungerci in poco meno di una settimana dal loro luogo di origine, quasi al capo opposto della via lattea. La loro tecnologia di viaggio non aveva nulla a che vedere con la nostra, ancora acerba se confrontata con le loro navi veloci e i portali in grado di spostare le navi a velocità apparentemente superluminali.

Scoprimmo molto anche sul perché erano così diversi dal punto di vista fisico, sebbene mammiferi come noi, vivevano su un incredibile sistema di pianeti gemelli (un po' come se terra e luna fossero due pianeti quasi identici) ma molto più piccoli, con una gravità minore. 

La loro altezza media era di 190-200cm, molti superavano agevolmente i 240cm senza mostrare le deformità tipiche dei "giganti" nati sul nostro pianeta. Erano alti e asciutti, ma non fragili come poteva sembrare. Sebbene abituati a gravità minori, tutti i loro nati dovevano allenarsi nel periodo di istruzione in stanze a gravità artificiale, in modo da abituare sin da subito il corpo a stress superiori alla norma. 

Invecchiavano anche più lentamente, esteticamente per via della minore gravità che contribuiva a mantenere molto più a lungo l'elasticità e il tono dei loro tessuti, fisicamente per via di secoli di ingegnerizzazione genetica e miglioramento della qualità di vita. Mentre noi potevamo vantare ormai un'aspettativa di vita di 123.7 anni, loro avevano superato i 178 anni di vita media, con il loro essere più longevo tutt'ora vivo a 234 anni. 

Erano insomma particolari, ma apparentemente non pericolosi. Dico apparentemente perché non mi sono mai esposto, ma ho sempre avuto dubbi sulla loro natura. Sarà banale, ma nella storia umana un popolo avanzato ha sempre fatto fare una brutta fine a un popolo tecnologicamente e culturalmente inferiore.

E loro erano umani come noi. Condividevano le nostre emozioni in toto, non erano più intelligenti o capaci nelle arti di noi, a parte le differenze fisiche erano identici a noi, e questo mi spaventava a morte.

Una delle cose più strane fu la mancanza di visite. Rimasero qui per un anno intero, studiando e apprendendo di più su di noi, condividendo la loro scienza e le loro scoperte, eppure dal cancello mai nessun'altro arrivò a osservare, conoscere. Per tutto il tempo il cancello rimase inattivo, il clamore scese lentamente e tutto si tranquillizzò, la vita tornava a posto, ma comunque l'eccitazione di quella scoperta non svanì mai. 

All'epoca io stavo ancora studiando, sebbene fossi di due anni avanti ai miei coetanei, avevo scelto una facoltà che richiedeva molto tempo e passavo la maggior parte del tempo diviso fra facoltà terrestri e lunari. 

Come sempre nei corridoi delle facoltà molte voci giravano su questi esseri, teorie e idee su come mai non li avessimo mai trovati in secoli e secoli o su come fossero arrivati a noi, molte messe in giro da me, se vogliamo essere sinceri. All'epoca erano tutte congetture, ma effettivamente nessuno sollevò mai la questione di come fossero riusciti ad arrivare a noi solo ora e non secoli prima oppure di come non captarono mai nessuno dei messaggi che inviammo per tutta la galassia.

E nei secoli di messaggi ne abbiamo inviati molti.

In ogni caso la maggior parte di quelle domande rimasero senza risposta, poiché allo scadere del primo anno dal loro arrivo, il cancello si attivò per la seconda volta.


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